Boyhood – 12 years in the making

L’ultimo film di Richard Linklater segue i passi di Mason (Ellar Coltrane), dai sei anni, quando frequenta la scuola elementare, fino ai 19, quando si inscriverà all’università. Attraverso questi anni, come tutti, dovrà fronteggiare sfide e difficoltà: il divorzio dei genitori, i nuovi compagni della madre che non accetterà mai come surrogati della figura paterna, il rapporto con sua sorella Samantha, i traslochi, lo studio, il lavoro. Sullo sfondo il cambiamento repentino della società, della tecnologia e della politica. E’ una storia come tante altre, se non fosse che il film è stato girato nell’arco di dodici lunghi anni. L’intera troupe, composta tra gli altri da Ethan Hawke e Patricia Arquette che ci regala un interpretazione toccante di una madre che vede andar via pian piano tutti gli uomini della sua vita ed in ultimo suo figlio, si è di fatto incontrata ogni anno per un breve periodo per girare alcune scene del film. Vediamo così il piccolo Mason diventare un adulto sotto i nostri occhi nell’arco di tre ore, lasciandoci incantati nel vivere i passi fondamentali della sua vita. Un leitmotiv, quello del tempo, che non è nuovo nella filmografia di Linklater, come possiamo ammirare nella trilogia dei “Before”, che nell’arco di venti anni ha raccontato la romantica storia d’amore di Jesse e Celine, ma che questa volta assume connotati diversi. La costanza, la passione profusa da parte dell’intero cast nell’arco di tutti gli anni di produzione fa di questo film un vero e proprio atto d’amore nei confronti del cinema.

Andrea Ruberto